Euridice è Orfeo

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Gabriella Cinti nata a Jesi (An), si è laureata in Lettere moderne presso l’Università di Studi di Genova.
Da diversi anni si occupa di poesia, di filosofia del linguaggio, di antropologia, di archeologia delle lingue europee, di etimologia e in particolare di poesia greca antica, di cui è anche voce recitante.
Dottore di Ricerca in Italianistica presso l’Università di Roma 2 Tor Vergata. Fra le sue opere pubblicate: la raccolta di poesie Suite per la parola, Péquod Ancona 2008, (Premio “Nabokov” per la poesia 2008, e menzione al Premio “L. Montano”); il saggio Il canto di Saffo. Musicalità e pensiero mitico nei lirici greci, Moretti e Vitali, Bergamo 2010.
La poesia Euridice a Orfeo, presente in questa raccolta, ha vinto il premio de “la Stampa”, al concorso di poesia “Città di Acqui Terme” nel 2012, e ottenuto il Primo premio al concorso “Rodolfo Valentino Sogni ad occhi aperti”, Torino 2013.
Autrice anche di articoli e saggi letterari per riviste specializzate cartaceee e on line (fra queste ricordiamo Mosaico, edita a Rio de Janeiro a cura delle Università brasiliane), ha ottenuto con i suoi lavori numerosi premi e riconoscimenti.

gabriella.cinti@yahoo.it

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Descrizione

Euridice è Orfeo è il titolo sotto il quale Gabriella Cinti è andata nel tempo raccogliendo un corpus cospicuo di testi dei quali i presenti costituiscono un ampio ma parziale reperto. A comparire è quindi una selezione da un insieme ancora più esteso, di cui molto rimane ancora inedito, frutto di un work in progress portato avanti nel corso di successive elaborazioni, risistemazioni, aggiunte a un’opera che appare sotto il segno del continuum e della variazione, in fondamentale unità di intenti (anche tematici) attraverso i continui nuovi apporti che hanno continuato ad alimentarne l’esperienza poetica.
A contribuire a moltiplicarne le possibilità di lettura sono, d’altronde, anche chiavi interpretative originate dal confronto con stimoli culturali e disciplinari eterogenei – ma fondamentalmente incentrati intorno agli interessi di una cultura e di una civiltà greco arcaiche –, che l’autrice, mediandoli dalla sua attività di studiosa e ricercatrice, è riuscita a rendere propri, traendone qualcosa di vivo e pulsante, pensante e poetante al di là di ogni sterile conosciuto: in altri termini, a farne rivivere un sentimento pregnante e fecondo. Merito di una poesia che non ha mai smesso di crescere, di cercare risonanze di sempre maggiore intensità sul filo conduttore di un mito da interrogare o addirittura da rinnovare.

(dalla prefazione di Giovanni Schiavo Campo)