Paola Novaria — Risk Joy

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Nata a Cuorgnè (To) nel 1972, dopo il diploma di maturità classica (1991) e la laurea in Lettere classiche (1996), si è accostata al mondo degli archivi, completando in questo ambito disciplinare la propria formazione. È responsabile dell’Archivio storico dell’Università di Torino, ente presso cui opera dal 1999. Lo svolgimento di questo ruolo le dà occasione di collaborare a numerose iniziative culturali promosse all’interno dell’Ateneo e di scrivere saggi che ne valorizzino il patrimonio documentario.
Oltre alla pubblicistica storico-archivistica, coltiva da sempre la scrittura poetica, suo linguaggio di elezione. È autrice di cinque raccolte di versi, uscite tra il 2003 e il 2018: Dialoghi muti e Come una resa (Campanotto Editore); Per carmina quaero, Documento di identità e Habeas corpus (Genesi Editrice). Come una resa ha ottenuto il 1° premio (poesia edita) del “Premio letterario internazionale Rodolfo Valentino – Sogni ad occhi aperti” (Torino, 2011); Documento di identità la menzione (raccolta inedita) nella 29esima edizione del premio “Lorenzo Montano” (Verona, 2015) e la menzione speciale di merito con medaglia (raccolta edita) al “Premio internazionale di poesia don Luigi Di Liegro” (Roma, 2016). Habeas corpus ha ottenuto la menzione d’onore (raccolta inedita) nella 32esima edizione del premio “Lorenzo Montano” (Verona, 2018).
Dodici poesie di questa raccolta sono state selezionate tra i finalisti del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano – Augusto Monti”, sez. Silloge inedita (Terzo, 2018).
Vive a Torino, ma mantiene un forte legame con la dimora materna nel Canavese, dove si prende cura di un grande giardino, i cui fiori e frutti compaiono spesso in questa raccolta.

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Descrizione

Questi versi di Paola Novaria, fin dalla prima lettura, creano quasi un turbamento per quanto sono intimi, personali, autenticamente vissuti, e raccontano di quanto desideriamo essere amati dagli altri, per quanto loro possono e sanno.
E così quando ogni cosa termina alla poesia è lasciato il compito di svelare e definire quello che alla nostra natura asincrona non è riuscito, perché troppo diverso il tempo dell’uomo da quello della terra, al contrario così perfettamente in fase con il resto dell’universo. È in questo che consiste il piacere del rischio, così forse potremmo liberamente tradurre; dell’azzardo che solo il giocatore conosce e può capire, oppure più letteralmente il rischio di essere felici.